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Perché è tanto importante studiare attentamente e accuratamente questo argomento?

(1) Il primo dei quattro motivi che abbiamo evidenziato è che esso rinforza la mente e forgia il carattere come poche altre cose riescono a fare. (1MCP91.2; 7BC904.11)

(2) In secondo luogo, una loro accurata e precisa ricerca della verità. Perciò, fratelli e sorelle, man mano che ci avviciniamo alla fine dei tempi, è di fondamentale importanza possedere una precisa e accurata comprensione della chiara, profonda e accurata comprensione di questo argomento è fondamentale per tutelarci dalle sottili eresie da cui siamo circondati. Infatti è solo mediante il discernimento della verità che possiamo individuare l’errore, in quanto l’errore è riconoscibile solo se messo a confronto con la verità. È quindi importante comprendere la verità. E poiché gli errori sono sempre più sottili, le eresie sono sempre più sottili, dobbiamo assimilare una sempre più precisa e accurata comprensione della verità. Satana è troppo esperto per cercare di deviarci con inganni banali. Dato che cercherà di ingannare, se possibile, persino gli eletti (Mat 24:24)dovrà escogitare qualcosa che sia molto vicino alla verità in modo da riuscire a fuorviarli anche nella verità. Soprattutto di una verità tanto centrale e vitale come quella dell’incarnazione. (SM 244.1)

Abbiamo già sottolineato che l’eresia non è una deviazione palese ma, molto più sovente, l’estremizzazione di un concetto vero. Inizia, prima di tutto, con il sottovalutare una determinata verità, per poi minimizzarla e, infine, negarla. Abbiamo già visto l’esempio dell’eresia che ha segnato la storia della Chiesa riguardo alla natura di Cristo. Cos’è successo? In primo luogo egli era divino. E questa era di certo una preziosa verità, ma divenne un’eresia nel momento in cui fu portata al punto di negare la sua umanità. Poi subentra la reazione opposta – il più delle volte le cose vanno così: sorge un gruppo di persone che, in tutta coscienza, intravedono un problema nell’eccessiva enfasi manifestata. Allora cosa fanno? Cercano di contrastarla esaltando la posizione opposta. E nel tentativo di trarre gli altri fuori dal fosso dell’eresia, cadono all’indietro nel proprio. Nacque un robusto movimento che enfatizzava l’umanità di Cristo, la quale è una preziosa verità; ma quando arrivarono al punto di negare la sua divinità, la trasformarono in cosa? In un’eresia. Come abbiamo già detto e sottolineato, la nostra Chiesa ha mantenuto in linea di massima un certo equilibrio sul tema della divinità e dell’umanità di Cristo; e possiamo star lontani dagli estremismi eretici solo se manteniamo quell’equilibrio.

Tuttavia c’è oggi un altro tema che minaccia non solo di dividere la Chiesa ma anche di farla scivolare verso uno dei due estremi, a seconda del fronte di cui parliamo. Questo tema ha a che fare con la natura umana che Cristo ha assunto: che tipo di umanità aveva? Questo fronte, se ricordate, aveva come interesse principale il fatto che Cristo venisse riconosciuto come nostro sostituto immacolato; e ritengono che, affinché potesse esserlo, doveva essere significativamente e sostanzialmente diverso da noi. Ricorrono anche a passi biblici e stralci molto chiari dello Spirito di profezia per sostenere la loro tesi. Li abbiamo letti e analizzati insieme. È una preziosa verità, giusto? E dobbiamo enfatizzarla. Ma dobbiamo anche stare attenti a non estremizzarla al punto da non riuscire a mantenere il giusto equilibrio della verità.

D’altra parte, la preoccupazione principale dell’altro fronte è che Cristo venga riconosciuto come nostro fratello maggiore ed esempio da seguire. In questo senso, l’interesse maggiore è che Cristo venga visto come uno di noi, altrimenti come potrebbe riuscire a usare empatia nei nostri confronti? Come potrebbe sapere cosa vuol dire essere tentati in ogni cosa come lo siamo noi? (Ebr 4:15)Questi fratelli, dunque, pongono l’accento sulla somiglianza esistente fra noi e lui, e questa è indubbiamente una preziosa verità che va sottolineata. Diventa però un problema se la esaltiamo al punto di negare l’altra verità, o se la esaltiamo in maniera tale da rendere impossibile mantenerla e onorarla. Fratelli e sorelle, la nostra sfida consiste propriamente in questo, spezzare rettamente la parola della verità(2 Tim 2:15)per enfatizzare correttamente e contemporaneamente entrambe queste preziose verità in modo da non negare o controbattere o contrastare l’aspetto opposto della verità. È importantissimo ricercare questo equilibrio. Entrambi i fronti possiedono verità valide e fondamentali che si sforzano di proclamare e di promuovere. Ma il problema nasce quando la verità sostenuta viene spinta all’estremo o presentata (di solito inavvertitamente e inconsapevolmente – mi guardo bene dall’accusare l’uno o l’altro fronte di farlo intenzionalmente), il problema nasce, dicevo, quando una particolare verità viene presentata in modo tale da negare un’altra verità altrettanto valida. A quel punto si cade nell’eresia.

Le eresie sulla natura di Cristo sono devastanti e hanno conseguenze di ampia portata. Perché? Cristo è il centro dell’intero piano della salvezza. (per cortesia leggete: GH 1 Maggio 1898 par2; RH 22 Giugno 1905 par 12) E se non abbiamo una corretta comprensione della sua natura, non possiamo avere nemmeno una corretta comprensione del piano della salvezza.

Questo ci porta al terzo motivo per cui è importante studiare diligentemente e approfonditamente il mistero dei misteri e che si riaggancia a quello che stavamo dicendo stamattina. Prima di andare avanti, però, assicuriamoci che lo Spirito di Dio guidi la nostra mente in una maniera speciale. Inginocchiamoci insieme in preghiera.

Dio Padre, mi rendo amaramente conto della mia natura tremendamente terrena e di quanto io sia inadeguato a presentare correttamente la verità così come la troviamo in Gesù. Non possiedo e non posso trovare da solo la capacità di farlo. Le mie facoltà sono tanto limitate, tanto inquinate dal peccato da essere incapace di capire o di spiegare la verità in maniera tale da renderle giustizia. Padre, ti prego di operare un miracolo. Ti prego, per amore di Gesù e per amore della sua sposa riscattata al prezzo del suo prezioso sangue, di prendere possesso di me col tuo Spirito in questo momento e che io riesca, nonostante i miei limiti e le mie debolezze, Padre, a presentare la verità in modo tale da non far distogliere, ma anzi di dirigere lo sguardo verso Cristo. Nell’atto di approfondire il prezioso mistero dei misteri, Dio manifestato in carne – aiutaci a conoscere e ad apprezzare di più il nostro Signore. Fa che nel volgere lo sguardo a lui possiamo diventare sempre più simili a lui, e che nel comprendere la verità, possiamo sperimentare pienamente il suo potere di renderci liberi (Gio 8:32,36). Signore, io ti prego per questo obiettivo. Accordaci in questo istante lo Spirito della verità. Te lo chiedo nel nome di Gesù, Amen.

(3) Il terzo motivo per cui dovremmo studiare approfonditamente e accuratamente il mistero dei misteri è che una corretta comprensione della natura che Cristo aveva durante la sua esistenza terrena è cruciale, se non addirittura essenziale, per raggiungere una corretta comprensione dell’intero piano della salvezza. Tutte le altre dottrine trovano la propria bussola in Gesù Cristo. Cito dal libricino The Sufferings of Christ,( La sofferenza di Cristo. Ndt) alla pagina 5: “Il Figlio di Dio è il punto centrale del grande piano della redenzione”.(ST 7 AGOSTO,1879 par.4) Perciò, se agiamo in maniera coerente, la collocazione che diamo a Cristo sarà la stessa che daremo all’intero piano, giusto? Siete d’accordo, no? È quindi estremamente importante avere una giusta comprensione del punto centrale del piano al fine di raggiungere una corretta comprensione dell’intero piano.

Nel numero del 15 agosto 1893 della rivista Review and Herald leggiamo: “In lui [Cristo] si trova l’intero sistema della verità”.(RH 15 Agosto 1893, par 1) Perciò, se avessimo una visione eretica circa la natura di Cristo – cosa che potrebbe succedere nel caso enfatizzassimo eccessivamente anche una preziosa verità riguardo alla sua natura – anche l’intero piano della salvezza, l’intero sistema della verità, si sbilancerebbe verso l’eresia. Anzi, parlando con molte persone riguardo alla loro concezione della natura di Cristo, è interessante notare che, sapendo cosa pensano della natura di Cristo, appunto, sarei in grado di dire – anche senza chiederglielo, notate bene, anche senza chiederglielo – cosa ne pensano su molte altre questioni, a patto che siano coerenti con il proprio sistema dottrinale. E il fatto di poterlo fare ha senso perché, fratelli e sorelle, Egli è il centro dell’intero piano, che ruota intorno a lui. Se abbracciamo un’ideologia eretica sulla sua natura, finiremo con l’accettare una concezione eretica dell’intero piano della salvezza.

Esistono due concezioni eretiche storiche riguardo al piano della salvezza. Quali sono? Ne abbiamo parlato questa mattina. Una è chiamata antinomismo, grazia a basso costo. “Anti’ vuol dire contro, e “nomos” vuol dire legge. Quindi l’antinomismo è quell’insegnamento secondo cui possiamo essere salvati senza necessariamente obbedire alla legge di Dio. In effetti questa filosofia insegna che la legge di Dio è stata annullata e noi siamo salvati per grazia. Si fa presto ad arrivare a una grazia a basso costo e all’idea che “una volta salvati si è salvati per sempre”. Antinomismo. L’altra visione eretica del piano della salvezza – e ne esistono fondamentalmente due – è il legalismo, la giustificazione per opereo l’acquisizione del diritto di essere salvati sulla base del nostro comportamento.

Vedete che se enfatizziamo la preziosa verità secondo cui Cristo è il nostro Sostituto senza peccato, se enfatizziamo il suo essere diverso da noi possiamo facilmente scivolare nell’antinomismo? Notate la correlazione? Se Cristo viene considerato solo un Sostituto senza peccato, se viene considerato un essere santo ma altro da noi, tanto diverso da non poterci mettere in relazione con lui, allora possiamo essere salvati solo sulla base dell’accettazione di ciò che ha fatto per noi dimenticandoci di tutto il resto. Questa è una grazia a basso costo.

Vedete come l’enfasi posta sulla sua vita esemplare, sul suo essere come noi, può facilmente farci cadere nel legalismo? Quando Cristo viene considerato principalmente un Esempio – e per essere considerato un valido Esempio deve essere guardato come simile a noi in tutto e per tutto – dobbiamo vivere come lui ha vissuto perché ci ha mostrato come ci si deve condurre. E se ci riusciamo, guadagneremo il cielo. Ma questo cos’è? Legalismo. Se guadagno il cielo emulando la condotta di Cristo, sarò giusto per opere perché Cristo è la personificazione della legge. Ma nessuno può essere giustificato per le opere della legge. (Rom 3:20)

Se per noi il ministero terrestre di Cristo ha un significato esclusivamente o principalmente sostitutivo, allora il significato esemplare non sarà, e in effetti non potrà essere, apprezzato, accettato e vissuto in maniera adeguata. Tuttavia, se per noi il ministero terrestre di Cristo è esclusivamente o principalmente esemplare, allora il significato sostitutivo non sarà, e in effetti non potrà essere, apprezzato in maniera adeguata. Dobbiamo riconoscere che il ministero terrestre di Cristo è stato interamente sostitutivo e interamente esemplare.

A questo punto, alcuni di voi potrebbero dire che è impossibile! Ma ricordatevi che abbiamo a che fare con un mistero. Cristo era interamente divino e interamente umano. Sì, ammetto che si tratta di un mistero. Ed egli è stato interamente il nostro sostituto e interamente il nostro esempio. La ragione per cui può essere entrambe le cose è che tutto ciò che ha fatto in quanto nostro sostituto, lo ha fatto in quanto nostro esempio; e tutto ciò in quanto nostro esempio lo ha fatto in quanto nostro sostituto.Questa semplice verità, tenuta costantemente a mente, può impedirci di scivolare nell’uno e nell’altro fosso che corrono lungolo stretto sentiero che conduce al regno. (Mat 7:14)

Poiché tenere costantemente a mente che tutto ciò che ha fatto per noi in quanto nostro Sostituto lo ha fatto anche in quanto nostro esempio, ci impedisce di cadere in quale fosso? Il fosso dell’antinomismo. E tenere costantemente a mente che tutto ciò che ha fatto in quanto nostro esempio lo ha fatto anche in quanto nostro sostituto ci impedisce di cadere in quale fosso? Il fosso del legalismo. È chiaro ciò che stiamo dicendo?

Cari legalisti, rendetevi conto che tutto ciò che Cristo ha fatto per noi in quanto nostro esempio lo ha anche fatto in quanto nostro sostituto. Ed è solo così che possiamo avere accesso al cielo. Poiché solo lui può rispondere agli incommensurabili standard e soddisfare i requisiti della legge e, in questo modo, essere gradito a Dio e guadagnare la vita eterna per noi.

D’altro canto, cari antinomisti, rendetevi conto che tutto ciò che Dio ha fatto per noi in quanto nostro sostituto lo ha fatto anche in quanto nostro esempio. Ed è solo seguendo quell’esempio, per la sua grazia, che possiamo e dobbiamo diventare come lui e, pertanto, essere idonei per il cielo. Quando tornerà per portarci a casa, sarà importante tanto essere idonei quanto essere – cosa? – titolati per il cielo. Perché è importante tanto essere idonei quanto essere titolati? Le Scritture affermano chiaramente: “Senza santificazione nessunovedrà Dio (Ebr 12:14). Fratelli e sorelle, Cristo ha sofferto lasciandoci un esempio da seguire.

Non è fede ma solo presunzione affermare Cristo nostra giustizia ma rifiutarlo quale nostro Signore; dichiararlo nostro sostituto immacolato ma rifiutare di guardarlo come nostro esempio perfetto (AA 562.3). Se lui è nostra giustizia, allora deve essere nostro Signore, poiché lui è il Signore nostra giustizia (Ger 23:6; 33;16). Ma se lui è il nostro Signore, deve anche essere nostra giustizia. Mi seguite? Poiché se affermiamo di riconoscerlo in quanto Signore capace di produrre quella giustizia che ci rende graditi a Dio, siamo sotto la legge, non sotto la grazia.Il peccato è il nostro Signore(Rom 7:14) e la nostra giustizia è un abito sporco(Is 64:6). Fratelli e sorelle, siate consapevoli del fatto che, come dice Paolo, esistono solo due condizioni in cui possiamo trovarci. O siamo sotto la grazia in Cristoo siamo sotto la leggenel peccato(Rom 6:14-15). Paolo sviluppa questo tema nei primi capitoli della lettera ai Romani – sotto la grazia in Cristo o sotto la legge nel peccato.

Gli antinomisti vogliono essere sotto la grazia nel peccato. È chiaro ciò che stiamo dicendo?

I legalisti vogliono essere sotto la legge in Cristo. È chiaro ciò che hanno fatto?

Si può solo essere sotto la grazia in Cristo o sotto la legge nel peccato. Non si può essere sotto la grazia nel peccato, né sotto la legge in Cristo.

L’antinomista vuole essere sotto la grazia a prescindere dalla propria disubbidienza. Ma il legalista vuole essere in Cristo a motivo della propria obbedienza.Mi seguite?

L’antinomista vuole che il titolo di “giustizia imputata di Cristo che lo giustifica” lo renda anche idoneo.

Il legalista vuole che la carta di idoneità della “giustizia impartita di Cristo che lo santifica” sia anche il suo titolo. Vuole che la sua idoneità diventi anche il suo titolo.

L’antinomista vuole che il suo titolo sia la sua carta di idoneità. Ma, fratelli e sorelle, può mai essere così? No. Dobbiamo avere sia il titolo sia la carta di idoneità. (DA300.1; RH 4 GIUGNO 1895, par 7)

Ora, cos’ha a che fare questo con la natura di Cristo? Ebbene, per fare questo, per conseguire il titolo, e anche l’idoneità, l’antinomistaconsidera Cristo talmente “altro”, così diverso da lui, da credere che sia venuto sulla terra per vivere una vita senza peccato, una vita sostitutiva da ricevere il titolo per accedere al cielo senza essere personalmente idoneo. E cosa fa il legalistain relazione alla natura di Cristo? Lo considera così profondamente simile a noi da credere che sia venuto sulla terra solo per vivere una vita senza peccato che ci servisse da esempio, in modo che potessimo guadagnare il titolo per il cielo seguendo il suo esempio a motivo della nostra idoneità.

Il cristiano deve mantenere una visione equilibrata non solo riguardo alla natura di Cristo ma anche riguardo alla sua comprensione del piano della salvezza. Per il cristiano che è sotto la grazia in Cristo questo vuol dire che la giustizia imputata di Cristo lo giustifica e, in questo modo, lo titola per il cielo. Ma vuole anche dire che la giustizia impartita di Cristo lo santifica e lo rende, così, adatto per il cielo. Agli occhi di questo credente, Cristo non è solo venuto a vivere una vita sostitutiva senza peccato, ma anche una vita esemplare senza peccato. Possiamo rivendicare la prima come dono gratuito ricevuto per fede in funzione della giustificazione. Dobbiamo guardare la seconda quale modello perfetto in funzione della santificazione.

E fratelli e sorelle, le Scritture e lo Spirito di profezia sostengono in equilibrio perfetto la figura di Cristo quale Sostituto immacolato e, allo stesso tempo, Esempio senza peccato. A pagina 149 della Spalding Magan Collection(SpM 149.2) si legge: “La compassione che Cristo sentiva non era compromessa dalla sua purezza morale”. Ma non è forse vero anche il contrario? La purezza morale di Cristo non era compromessa dal fatto di essere il nostro compassionevole fratello maggiore, di avere la stessa natura peccaminosa della nostra carne. Certo che no. Egli è al contempo puro e compassionevole.Sia lode a Dio per il Salvatore che ci ha dato. Dobbiamo, quindi, riconoscere che una corretta comprensione della natura di Cristo non è solo cruciale per la nostra salvezza ed essenziale per tutelarci dalla deriva del legalismo e da quella dell’antinomismo, ma anche fondamentale per predicare il vero vangelo al mondo. (Apo 14:6-7)

E questo, fratelli e sorelle, ci porta al quarto motivo per cui dobbiamo studiare in modo diligente e approfondito al fine di acquisire una corretta comprensione del concetto di incarnazione. Dobbiamo studiare diligentemente e in modo approfondito perché c’è un bisogno urgente di unità fra noi in quanto popolo su questo tema cruciale, in modo che possiamo proclamare all’unanimità il messaggio del vangelo a un mondo che sta per morire e che ha un disperato bisogno di riceverlo.

Prendete con me 1 Corinzi 1:10: “Ora, fratelli, vi esorto nel nome del nostro Signore Gesù Cristo ad avere tutti un medesimo parlare e a non avere divisioni tra di voi, ma ad essere perfettamente uniti in un medesimo modo di pensare e di volere”.Fratelli e sorelle, questa unità è estremamente urgente. Abbiamo un disperato bisogno di dire le stesse cose riguardo all’umanità di Cristo.

Nel primo volume delle Testimonianze, alla pagina 417leggiamo: “Dio sta facendo sorgere un popolo e lo sta preparando affinché si distingua per la sua unanimità e porti, così, a compimento la preghiera di Cristo in favore dei suoi discepoli.(Gio 17:20-21; 1T 417.2)Saremo noi quel popolo? No, finché non raggiungeremo l’unità su questo tema centrale del vangelo. Sono molto preoccupato per questo punto, fratelli e sorelle. Ci sono molte persone che lo ritengono un argomento marginale. Molte altre che la ritengono solo una questione di terminologia. Personalmente penso che sia molto più che una semplice questione di terminologia o un argomento marginale. Gesù Cristo e la sua umanità è tutto per noi. (1 MESSAGGI SCELTI 244.1) È il centro dell’intero piano della salvezza, (GH 1 Maggio1898 par.2) che è tutto fuorché un argomento marginale. La nostra comprensione di questo argomento influenza l’intera comprensione che abbiamo del piano della salvezza che, a sua volta, ha delle dirette ripercussioni sul messaggio che proclameremo. E non è nemmeno una questione di terminologia, ma uno spartiacque fra due dottrine completamente diverse, due insegnamenti sulla natura di Cristo, in particolare sulla sua natura umana. Non è solo una questione terminologica, ed è nostro dovere raggiungere l’unita se vogliamo portare avanti il mandato evangelistico. (Matteo 28:18-20)

Come possiamo raggiungere l’unità e affermare la stessa cosa su questo tema oggi molto controverso e che crea divisioni? Cito dalla Review and Herald del 18 febbraio 1890: “Se c’è un punto della verità che non comprendete, su cui non vi trovate d’accordo, investigate, confrontate le Scritture con le Scritture, affondate la sonda della verità nelle profondità della miniera della Parola di Dio. Dovete riporre le vostre opinioni e l’intero vostro essere sull’altare di Dio e abbandonare i vostri preconcetti; lasciate che lo Spirito celeste vi guidi nella verità”.( Gio 16:13; RH 18 Febbraio 1890 pag 17) Che consiglio straordinario! Fratelli e sorelle, ci stiamo prefiggendo di studiare in maniera diligente la Parola di Dio riguardo a questo tema, di affondare la sonda della verità nella miniera della Parola di Dio. Ma il modo in cui lo affronteremo, l’atteggiamento che avremo nell’avvicinarci allo studio della Parola di Dio farà la differenza nel mondo quanto al condurci verso l’unità o al creare solo ulteriori divisioni nel nostro modo di vedere le cose. Vediamo insieme velocemente in che modo dobbiamo affrontare lo studio di questo argomento al fine di raggiungere l’unità.

Prima di tutto, dobbiamo riconoscere che abbiamo a che fare con una verità infinita. Pertanto, non potremo mai capirla pienamente, conoscerla del tutto. Nel libro Gospel Workers, alla pagina 251,leggiamo: “Lo studio dell’incarnazione di Cristo, il suo sacrificio espiatorio e la sua missione da intermediario occuperà la mente dello studioso diligente per tutta la vita”.(GW 251.1)Questo è forse qualcosa che possiamo conoscere nella sua completezza? Certo che no. E’ una verità infinita, ed è importante che lo riconosciamo. C’è ancora molto che possiamo imparare, tutti noi e io per primo. In 1 Corinzi 13:12leggiamo: “Ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò proprio come sono stato conosciuto”.

Dalla Review and Herald del 2 agosto 1906 leggiamo: “Fratelli e sorelle, fate delle Scritture, che contengonol’alfa e l’omegadella conoscenza, il vostro libro di studio. In tutto l’Antico e il Nuovo Testamento si trovano cose che si comprendono solo a metà.(RH 2 Agosto 1906, par 11)Conosciamo tutto? Certo che no. Nel Nuovo e nell’Antico Testamento ci sono cose che si comprendono solo a metà. Questa è una verità che ci rende più umili, ma è anche entusiasmante, vero?

In secondo luogo, nell’affrontare questo studio, dobbiamo riconoscere non solo che abbiamo una capacità di comprensione limitata e parziale ma anche una predisposizione al fraintendimento. Questo ci rende liberi di confidare nel Signore quando ci imbattiamo in qualcosa delle Scritture o dello Spirito di profezia che sembra non incastonarsi nella cornice del nostro attuale modo di comprendere l’argomento. Quando troviamo un’affermazione ispirata, nelle Scritture o nello Spirito di profezia, che sembra contraddire la nostra comprensione della verità, dobbiamo sempre riconoscere che la colpa risiede nel nostro modo di capire la cosa, non nell’affermazione in sé. O la nostra attuale comprensione è troppo limitata per capire come quel particolare aspetto della verità si inserisce nel quadro, nel qual caso dobbiamo aspettare, o è errata, nel qual caso dobbiamo cambiare qualcosa.

Mi piace pensare a questa ricerca della verità finalizzata alla comprensione di questo prezioso mistero dei misteri – l’incarnazione, appunto – come alla composizione di un puzzle. Come si mettono insieme i pezzi di un puzzle? Solitamente, la prima cosa che si fa è comporre il contorno, giusto? Bisogna prima formare la cornice, i cui pezzi sono i più veloci da individuare. Gli angoli e i pezzi con un lato dritto. Dopodiché si cercano i pezzi delle parti meglio riconoscibili dell’immagine, giusto? Si lasciano le folte fronde degli alberi per ultime, come pure l’erba dei campi o i tetti e cose del genere. Si vanno a cercare gli aspetti distintivi dell’immagine. E se durante la ricerca si prende in mano un pezzo che non si incastra in nessun ritaglio cui si sta lavorando, cosa si fa? Lo si mette da parte. Fratelli e sorelle, se ci imbattiamo in un’affermazione ispirata che non collima o che sembra contraddire la nostra attuale comprensione della verità, cosa dovremmo fare? Ebbene, quello che dovremmo fare e quello che effettivamente facciamo sono spesso due cose diverse, vero? Molto spesso, a motivo di una mancanza di volontà nell’ammettere la limitatezza della nostra comprensione, crediamo di dover risolvere immediatamente il problema.

E lo facciamo generalmente in uno dei seguenti modi: potremmo ignorare il pezzo che abbiamo in mano, ributtarlo nella scatola e sperare di non ritrovarlo più – nella speranza che l’altra parte, che deve ricomporre un’immagine diversa dalla nostra, non trovi quel pezzo, che sembra supportare la loro comprensione delle cose. Un’altra cosa che potremmo fare è quella di tentare di incastonare il pezzo che abbiamo ricorrendo a forbici e pastelli. In altre parole, se potessimo anche solo tagliare via parte del contesto e colorare il resto con la nostra propria interpretazione, riusciremmo a incastonarlo e a farcelo entrare. Sfortunatamente questo è uno stratagemma molto usato, giusto? In terzo luogo, potremmo sostenere che è stato qualcun altro a mettere quel pezzo nella scatola, non il produttore. In altre parole: “Quella specifica affermazione non può essere ispirata”. Oppure potremmo accettarlo ma dire che o il produttore o qualcun altro lungo il processo di produzione deve averlo modificato leggermente. E potremmo accettarlo come ispirato, in altre parole, a patto di riconoscere che il canale dell’ispirazione è lacunoso, non adeguatamente competente, che probabilmente non ha saputo scegliere le parole giuste, oppure ha preso in prestito le parole di qualcun altro in maniera poco saggia. Saremo in grado di incastrarlo fra gli altri pezzi nella misura in cui comprenderemo ciò che esso davvero vuole dire.

Fratelli e sorelle, se questi non vi sembrano i metodi che utilizziamo, allora non siete consapevoli del modo in cui questo tema è stato affrontato. Abbiamo sicuramente utilizzato questi metodi nell’affrontare questi temi. Fratelli e sorelle, chi crediamo di essere se ci permettiamo di apportare delle correzioni editoriali e dei miglioramenti alla Parola di Dio o alla Testimonianza di Gesù solo per incastrarle nella nostra comprensione della verità, spesso difettosa e inaccurata. In Messaggi Scelti, nel primo volume, alla pagina 178troviamo: “Alcuni estrapolano dalla Parola di Dio e dalle Testimonianze, interi paragrafi o frasi che possono essere interpretati in maniera tale da adeguarsi alle loro idee, e vi si soffermano costruendoci sopra la propria posizione senza la guida di Dio. Ecco dov’è il pericolo”.(Messaggi scelti 179.3) Dio, perdonaci e aiutaci ad astenerci da queste abitudini. Se il pezzo non si adatta al contesto dell’immagine, fratelli e sorelle, il problema è nell’immagine, non nel pezzo.

In terzo luogo, come dobbiamo studiare la Parola di Dio in modo da giungere all’unità? Non dobbiamo cercare di spiegare ciò che significano le affermazioni delle Scritture e dello Spirito di profezia sulla base dei nostri preconcetti, ma piuttosto permettere alle Scritture e allo Spirito di profezia di spiegare se stessi. Quale importante principio da rispettare! E che il Signore ci aiuti a rispettarlo man mano che approfondiamo questo studio. Nel primo volume di Messaggi Scelti, alla pagina 42 si legge: “Le Testimonianze stesse saranno la chiave per spiegare i messaggi dati, proprio come le Scritture spiegano le Scritture.(Messaggi Scelti 42.2) Tuttavia, fratelli e sorelle, per far questo dobbiamo rispettare il contesto, e tenere in considerazione tutto ciò che è stato detto su un dato argomento.

Attenzione! Dobbiamo anche ricordare che potrebbe sembrare che uno dica cose diverse solo perché si rivolge a un pubblico diverso. Per esempio, nell’usare la medesima immagine, quella di Abramo, Giacomo sostiene che il patriarca è giustificato per fedee per opere (Gia 2:23-24)mentre Paolo afferma che Abramo è giustificato per fede senza opere(Rom 4:1-3). I due sembrano in contraddizione l’uno con l’altro finché non analizziamo il pubblico cui si rivolgono. Allora ci rendiamo conto che non si stanno battendo a colpi di spada, ma stanno lottando, spalla a spalla, contro diversi nemici. Paolo sta combattendo i legalisti, mentre Giacomo sta combattendo gli antinomisti.Stanno pertanto affermando la stessa verità ma in modi diversi. Ecco perché è tanto importante rispettare il contesto di una data affermazione o di un dato testo perché fa una grande differenza.

Ecco anche perché è importante raccogliere e mettere insieme tutte le affermazioni fatte su un dato argomento e non solo qualcuna qua e là. Fratelli e sorelle, questo è qualcosa che io stesso mi sono sforzato di fare nello studio della natura di Cristo. È un metodo di studio davvero laborioso. Prende moltissimo tempo, ma ci permette di arrivare ad una conclusione equilibrata, che rispetta tutte le affermazioni. Sono stato davanti alla Laser disc concordance, e alcuni di voi sanno di cosa si tratta, per ore e ore, sforzandomi di cercare ogni singolo riferimento fatto su un dato argomento, senza arrivare ad alcuna conclusione finché non li ho raccolti tutti e tenuti nella dovuta considerazione. Quello che mi sforzo di fare è di non trarre le conclusioni finché non mi sento a posto con tutte le affermazioni raccolte. Così mi astengo dal prendere una posizione su un dato argomento finché la mia comprensione di quell’argomento non è compatibile con tutte le affermazioni e i riferimenti biblici su quel dato argomento. Vedete, prendo molto seriamente la responsabilità che ho in quanto insegnante. La prendo tanto seriamente che – ve lo confesso – ho affrontato questo studio con timore e tremore per settimane, anzi per mesi. Dio non voglia che io dica cose che portino altri fuori strada. Vi assicuro che ho cercato molto, molto diligentemente di arrivare ad una conclusione che rispettasse tutte le affermazioni riguardanti un dato argomento.

Vi garantisco che, nel trattare questo tema, parlo con autorità perché non sono io l’autore delle mie parole.È chiaro cosa intendo? Fratelli e sorelle, se parlassi da me stesso non avrei nemmeno il diritto di chiedervi di ascoltarmi. Chi sono io per farlo? Ma la mia autorità deriva dal fatto, e solo dal fatto, di essere stato chiamato da Dio a proclamare la verità e di essere stato migliaia di ore (senza esagerare) a studiare diligentemente per capire cosa Lui dice riguardo ad un dato argomento, per poi trasmetterlo a voi per la sua grazia che mi rende capace. L’unico motivo per cui mi permetto di stare qui e di assumermi la straordinaria responsabilità di insegnante è che ho passato letteralmente migliaia di ore ai piedi di Gesù, il Maestro supremo, e ora posso condividere con voi ciò Lui dice nelle Scritture e nello Spirito di profezia riguardo al mistero dell’incarnazione. Sono qui solo per trasmettervi le sue parole, non le mie. Pertanto vi esorto ad ascoltare perché luiè degno della vostra attenzione, non io.

Fratelli e sorelle, il modo in cui generalmente affrontiamo…. – e qui chiedo al Signore di compensare le mie inevitabili lacune(3 SM 195.4)…. Ammetto che, per i limiti della nostra natura terrena, anche una comprensione accurata della verità potrebbe essere presentata in maniera non accurata, ma io prego Cristo e il suo Spirito di impedirmi di distorcerla in qualsiasi modo. E ho fiducia che lo faccia.

In generale, nel modo di affrontare le cose, mentre studiamo, dobbiamo sempre tenere bene a mente – e questo è il quarto modo in cui dobbiamo trattare questo argomento – dobbiamo costantemente tenere a mente che la persona e l’opera di Cristo sono indissolubilmente correlati e che ciò che lui è direttamente determinato da ciò che è venuto a fare. Questo è un punto importante. È chiaro? La persona e l’opera di Cristo sono indissolubilmente correlati. Ciò che lui era nella sua persona, ciò che era nella sua natura, era direttamente determinato da ciò che è venuto a fare. Quindi, per arrivare a delle conclusioni corrette riguardo alla sua natura terrena, dobbiamo prima capire quale fosse l’obiettivo della sua incarnazione. Cerchiamo di spiegarlo con un’immagine. Se c’è un lavoro da fare nel campo missionario, si sceglie un uomo che ha i requisiti per farlo, giusto? Ebbene, c’era un lavoro che andava fatto in favore dell’umanità decaduta, e Gesù Cristo, nella sua natura, era la persona perfetta per portare a termine quel lavoro. Non il contrario! Troppo spesso partiamo dall’interpretazione della natura di Cristo per poi arrivare al motivo per cui lui è venuto su questa terra, senza renderci conto che bisognerebbe fare al contrario. Comprendete? Dobbiamo prima capire cosa è venuto a fare. Quello poi ci aiuterà a capire come doveva essere per portare a termine quel compito. Permettetemi di condividere con voi tre motivi fondamentali dell’incarnazione di Cristo:

  • Egli è venuto a mostrare a noi e all’universo intero l’immagine di Dio. Per rivelare il suo carattere e personificare la sua legge – che è una trascrizione del suo carattere – e per rappresentarci, in quanto nostro Sostituto ed Esempio nella vita e nella morte, la legge di Dio e tutto ciò che lui richiede da noi, in modo che, per mezzo della sua grazia, mediante la sua giustizia imputata e impartita, potessimo essere titolati e adatti al cielo.

Alla luce di questo obiettivo, che natura doveva avere per portare a termine questo compito? È questo che ci dobbiamo chiedere.

  • È venuto per rivelare a noi e a tutto l’universo chi era e chi avrebbe dovuto essere Adamo. E per essere per noi ciò che Adamo avrebbe dovuto essere ma che, per colpa del peccato, non è riuscito a essere: il santo, puro rappresentante e nobile padre di una stirpe leale e obbediente.

Alla luce di questo obiettivo, che natura doveva avere per portare a termine questo compito?

  • Egli a venuto a rivelarci cosa, nonostante la nostra natura decaduta, possiamo diventare: dei vincitori. Grazie alla sua condotta coerente e vittoriosa, è venuto a darci anche un esempio perfetto da imitare. È venuto per essere un sommo sacerdote solidale, un fratello maggiore avvezzo alle nostre debolezze e consapevole, per esperienza, di cosa voglia dire essere tentati su ogni aspetto, esattamente come lo siamo noi.

Quale natura doveva avere per portare a termine questo compito? Ebbene, fratelli e sorelle, la sfida consiste proprio in questo e vi pregherei di farci attenzione. La natura che stabiliamo dovesse avere per portare a termine uno dei tre compiti deve essere tale da consentirgli di portare a termine, allo stesso tempo, anche gli altri due. Ci siete? In quanto egli ha compiuto perfettamente tutti e tre i propositi con la medesima natura. È qui che risiede la nostra sfida.

È piuttosto semplice prendere il terzo motivo, vale a dire il fatto cheegli sia venuto a rivelarci cosa, nonostante la nostra natura decaduta, possiamo diventare: dei vincitori. Grazie alla sua condotta coerente e vittoriosa, è venuto a darci anche un esempio perfetto da imitare. È venuto per essere un sommo sacerdote solidale, un fratello maggiore avvezzo alle nostre debolezze e consapevole, per esperienza, di cosa voglia dire essere tentati su ogni aspetto, esattamente come lo siamo noi.È piuttosto semplice arrivare a una comprensione della sua natura che gli permette di esaudire quell’aspetto della sua missione, di compierlo. E infatti questo è il punto di interesse principale, riguardo alla missione di Cristo, dei partecipanti a questo campo. Le conclusioni cui sono giunti, quindi, rispondono perfettamente a quel proposito. Ma devono ricordare che la natura che attribuiscono a Cristo per compiere il terzo proposito lo deve mettere in grado di compiere anche il primo. E qual era il primo? Essere il nostro sostituto immacolatocompiere tutto ciò che la legge richiede da noi.Vi sto portando in confusione? L’interesse principale di questa gente qui risiede su questo aspetto della missione di Cristo – il fatto che egli sia venuto per essere il nostro sostituto immacolato. Gli conferiscono quindi una natura che ritengono necessaria per compiere quella missione. Ma ciò che sottovalutano è il fatto che quella stessa natura deve metterlo in grado di compiere anche questo proposito. Ecco quindi la nostra sfida, fratelli e sorelle, arrivare ad una comprensione della sua natura che gli consenta di compiere tutti e tre i compiti contemporaneamente, perché è esattamente ciò che ha fatto. Egli ha compiuto tutti e tre questi propositi contemporaneamente.

Fratelli e sorelle, persino ora sto cercando di ridurre la vastità dell’argomento che dobbiamo studiare. Ma per la sua grazia, non dobbiamo farlo. La sua grazia ci basta. E lui ci ha ordinato di studiare questo argomento. In Ebrei 3:1 leggiamo: “Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l’apostolo e il sommo sacerdote della nostra confessione di fede, Gesù Cristo”. In greco, la parola “considerate” significa recepire chiaramente, capire pienamente. Ci viene ordinato di farlo. E tutto ciò che lui ci ordina di fare ci rende anche capaci di farlo. (COL 333.1) La sua grazia ci basta (2 COr 12:9), ma dobbiamo avere il suo Spirito.

Vorrei concludere con una sfida e con una promessa ispirate, tratte dalla rivista Review and Herald del 18 febbraio 1890: “Non è forse questo il momento più appropriato per digiunare a pregare? Corriamo il pericolo di cadere nell’errore, di prendere posizione su punti controversi. Non dovremmo cercare Dio con sincerità, con umiltà d’animo, in modo da conoscere la verità?(RH 18 Febbraio 1890 par 19).La seconda è una promessa ispirata tratta dalla Review and Herald, del 3 novembre 1904: “Tutti coloro che indagano le Scritture con umiltà di cuore verranno istruiti da Dio” (RH 3 Novembre 1904, par 5).

Che il Signore ci aiuti a studiare le Scritture con umiltà di cuore affinché possiamo, con il misericordioso aiuto del Consolatore, il divino Maestro, giungere ad una comprensione, una corretta ed equilibrata comprensione della preziosa e fondamentale verità della Parola di Dio, il Cristo incarnato. Preghiamo.

“Signore, ci inchiniamo ai tuoi piedi pieni di gratitudine perché, nonostante siamo deboli, fragili e limitati a motivo della nostra condizione di peccatori, tu ci metti a disposizione la potenza stimolante e vivificante del tuo Spirito. Signore, ti imploriamo di concederci questa potenza in questo istante. Il peccato ha tanto danneggiato le nostre facoltà mentali e spirituali che è difficile comprendere la verità. Certo, ci sono semplici aspetti della verità che persino un bambino può comprendere ma, Padre, man mano che cresciamo vogliamo crescere anche nella nostra comprensione. Perdonaci per il fatto che a volte ci accontentiamo troppo facilmente di una comprensione infantile delle verità riguardanti la tua Parola. Aiutaci Signore a rendere più elastiche e a sviluppare le nostre facoltà mentali e spirituali nello sforzo di studiare la tua Parola alla ricerca di una migliore comprensione della verità. Non per conoscere di più sul piano intellettuale, ma per sperimentare più pienamente la potenza trasformatrice, la potenza santificatrice e liberatoria della verità. Oh Signore, riversa su di noi il tuo Spirito di verità. Tu conosci il disperato bisogno che abbiamo di quella potenza. Ti imploro, Padre, non per amor mio ma per l’amore di Cristo e dei suoi preziosi figli e figlie, acquistati al prezzo del suo sangue, con cui ho il privilegio di studiare. Grazie perché sei misericordioso e perché desideri riversare su di noi il tuo Spirito, nel momento in cui lo chiediamo credendo nel nome di Gesù, come stiamo facendo in questo momento. Ti ringraziamo quindi perché ascolti e rispondi alla nostra preghiera. Amen.

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